Il termine “Lean Startup” è stato coniato da Eric Ries, un imprenditore e autore statunitense, nel suo libro “The Lean Startup” pubblicato nel 2011 e che trovate qui nella sua versione completa.
Con l’espressione Lean Startup si fa da allora riferimento a una metodologia che ha il duplice obiettivo di migliorare efficienza e efficacia del processo di sviluppo di prodotti o servizi innovativi.
Il concetto rivoluzionario di questa metodologia guadagnò favori e consensi sin da subito perché aveva (e conserva) la capacità di ridurre l’esposizione al rischio per un imprenditore.
Ovviamente l’idea piacque: il 90% delle startup non riesce a superare il primo anno di vita.
TRADUZIONE, SIGNIFICATO E DEFINIZIONE
L’espressione Lean Startup è composta da due termini:
- Lean può essere tradotto con “snello” o “leggero”. Il cuore del metodo è infatti quello di ricercare la leggerezza e la semplicità, eliminando gli sprechi e ottimizzando il processo di sviluppo
- Startup è rimasto invariato nella traduzione e sapete di cosa si tratta se state leggendo questo blog.
La metodologia Lean Startup è quindi un approccio al processo di sviluppo imprenditoriale che si basa su tre principi cardine:
- agilità
- sperimentazione rapida
- apprendimento continuo.
L’obiettivo è creare e gestire startup in modo più efficiente, riducendo il tempo e le risorse spese inizialmente per testare le ipotesi fondamentali sul prodotto o servizio. La metodologia enfatizza la costruzione di un prodotto minimo (Minimum Viable Product, MVP) che può essere rapidamente lanciato per raccogliere feedback dai clienti e adattare la strategia in base a tali informazioni.
DIFFERENZE CON IL METODO “TRADIZIONALE”
Da questa rapida introduzione si capisce come e quanto la metodologia Lean Startup differisca dal metodo “tradizionale”, quello per intenderci usato comunemente per lanciare un qualsiasi nuovo prodotto.
Un approccio tradizionale solitamente segue questo algoritmi decisionale:
- Per prima cosa si pensa a un’idea imprenditoriale per soddisfare un’esigenza del mercato
- Quindi viene creato un piano aziendale
- Quando pronto, si presenta il piano ai venture capitalist o agli angel investor per ottenere finanziamenti, magari corredato da un prototipo
- Ricevuti i finanziamenti, si avvia l’attività e ci si presenta sul mercato.
L’approccio Lean Startup invece ribalta la procedura da un certo punto di vista, proponendo il prodotto (o almeno una sua versione essenziale, il famoso MVP) al mercato prima di pensare a cercare finanziamenti sostanziosi attraverso un business plan completo. Questo ha il duplice scopo di verificare in tempo reale se l’idea risponde effettivamente a una esigenza dei compratori e di farlo in fretta. Con il metodo solito potrebbero essere necessari mesi o più di un anno per passare dalla stesura di un piano aziendale all’ottenimento di finanziamenti e al lancio della tua attività. Con il rischio di scoprire che, una volta sbarcati sul mercato, l’esigenza è vecchia. Oppure qualcuno vi ha battuti sul tempo.
Secondo l’approccio canonico, quello descritto poco sopra, l’imprenditore (e di conseguenza anche il VC) sta sostanzialmente ipotizzando come il mercato reagirà alla proposta.
L’innovazione metodologica di Ries si riassume in questa proposta operativa:
Questo ribaltamento di procedura è reso possibile dalla natura reiterativa di questo processo, che è per definizione ciclico. Vediamo in che senso.
IL CICLO LEAN STARTUP
Entrando nel vivo dell’argomento, andiamo a vedere nel dettaglio quali sono queste fasi del ciclo. Le principali sono i tre cardini indicati da Ries:
- Build, ossia costruisci. Ma non un prototipo (nè tanto peggio il prodotto finito direttamente, pronto per la spedizione), ma un MVP. Potete vedere la voce di glossario relativa per maggiori dettagli.
- Measure, misura. Nello specifico, misura il livello di gradimento del tuo MVP. Ries sottilinea con questo concetto l’importanza di ricorrere a metriche precise, misurabili, attendibili e comparabili. Si parla di actionable metrics, metriche utilizzabili, in opposizione alle vanity metrics, quelle che servono solo a farsi belli (e a ricevere finanziamenti spoporzionati allo stato di avanzamento reale). In questa fase vengono usati diversi strumenti, come A/B testing e alpha-test e beta-test.
- Learn, cioè impara dagli errori. È il momento in cui il founder decide se proseguire con l’idea originaria o se il feedback ricevuto dell’MVP porta a dei cambiamenti nell’idea. O al suo abbandono.
A queste se ne aggiungono altre due chiave:
- Prioritize, ovvero assegnare le corrette priorità
- Research, cioè ricercare continuamente di soluzioni migliori e più efficaci.
COME FUNZIONA IL LEAN STARTUP METHOD
Ricapitolando quindi, il processo Lean Startup si sviluppa seguendo un andamento reiterato che prevede una serie di passaggi obbligati.
In primo luogo, gli imprenditori devono mappare le proprie idee utilizzando strumenti di analisi del mercato come le business model canvas. Senza entrare nel dettaglio di un argomento complesso, un BMC non è altro che la rappresentazione grafica di 9 elementi chiave a supporto di ogni azienda di successo garantisce che gli imprenditori considerino tutte le possibili aree di potenziale innovazione.
In secondo luogo, gli imprenditori devono formulare ipotesi basate su ciò che hanno scoperto dall’analisi del loro modello di business.
- Ipotesi di crescita: valuta come il prodotto si diffonde dai primi utilizzatori (i primi utenti del prodotto) al mercato di massa (come acquisire e fidelizzare i clienti?)
- Ipotesi del valore: verifica se un prodotto o servizio apporta valore al cliente. (il prodotto è prezioso per i clienti?)
In terzo luogo, dovranno testare queste ipotesi in relazione alle loro idee imprenditoriali. Il modo migliore per farlo è preparare appunto un MVP, una versione ridotta all’osso del prodotto contenente funzionalità appena sufficienti per essere utilizzata dai primi utilizzatori. Dovrebbe essere costruito utilizzando la quantità minima di tempo e risorse e fornire un feedback appena sufficiente per convalidare l’idea.
Infine, dopo aver valutato il feedback dei clienti, le ipotesi errate vengono sostituite da nuove idee e poi nuovamente testate. Questo ciclo continua finché non viene trovata una corrispondenza prodotto-mercato. Ciò viene accertato dopo che un chiaro segmento di clienti è disposto a pagare per il valore offerto dal prodotto.
UTILITÀ DELL’APPROCCIO LEAN PER UNA STARTUP
In estrema sintesi, questi sono i vantaggi fondamentali:
- Riduzione degli sprechi: l’approccio Lean punta a minimizzare gli sprechi di tempo e risorse, concentrando gli sforzi solo su ciò che è essenziale per validare le ipotesi chiave del business
- Apprendimento rapido: la metodologia promuove cicli di sviluppo rapidi e iterativi, consentendo agli imprenditori di apprendere dalle risposte del mercato e adattare rapidamente la strategia di conseguenza
- Flessibilità e adattabilità: la focalizzazione sul feedback dei clienti consente alle startup di adattarsi alle esigenze del mercato in evoluzione, riducendo il rischio di investire pesantemente in soluzioni che potrebbero non essere ben accettate
- Sperimentazione costante: gli imprenditori sono incoraggiati a sperimentare con le loro idee, testare ipotesi e adottare un approccio basato su dati per prendere decisioni informate
In sintesi, la metodologia Lean Startup mira a migliorare la probabilità di successo delle nuove imprese attraverso l’adozione di pratiche che riducono i rischi, accelerano il ciclo di sviluppo e consentono un apprendimento continuo.
La foto di Eric Ries è Wikimedia Commons, l’immagine di copertina è di Vishal Kumar, che ha scritto anche una interessante recensione sul libro, che trovate al link. La foto del l’antico motore di nave è Creative Commons by Steven Depolo, mentre il grafico del MVP è dell’autrice.